Edigrafema, affermata cooperativa editrice fondata da Antonella
Santarcangelo, è ormai una bella realtà editoriale; sul suo
sito leggiamo che nasce come uno speciale circolo
di scrittori e lettori e creativi, e che molte delle opere editate sono state
premiate in prestigiosi concorsi letterari.
Oggi, nella collana di narrativa “luciincittà”,
Edigrafema pubblica i nuovi racconti di Costantino Dilillo, raccolti in
un elegante volumetto intitolato “Oppure”.
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INTERVISTA all’autore Costantino Dilillo apparsa su Giornalemio.it :
https://giornalemio.it/cultura/ve-la-racconto-tra-i-racconti-il-ritorno-di-costantino/
Notiamo che l’illustrazione di copertina, “Borgo
vecchio”, è un disegno dello stesso Costantino.
Ma no, non sono un pittore. Faccio qualche disegno
ogni tanto, un vizio preso a scuola e proseguito negli anni nelle lunghe
riunioni di lavoro. Tutto qui. Ah, certo, disegno i personaggi stralunati delle
mie vignette, sì, ma per il resto preferisco dipingere con le parole.
Dopo quasi dieci anni torni in libreria
con una tua opera di narrativa. Perché tanti anni di assenza?
Beh,
ho fatto altre cose: ho scritto testi per rappresentazioni teatrali, pubblicato
due libri di poesie, scritto racconti usciti in diverse antologie, due, tradotti in greco, sono in via
di pubblicazione ad Atene. Cose così. E fotografie. E lunghe camminate.
Sono grato a Edigrafema per aver
voluto proporre ai lettori i miei nuovi racconti.
Oppure è un titolo insolito: da dove
viene?
Domanda delle cento pistole. “Oppure”
è una parola magica, è un ossimoro per definizione, è una
congiunzione-disgiuntiva, separa cioè quello che allo stesso tempo congiunge, è
una parte del discorso che suggerisce un’alternativa alle verità comunemente
accettate. Affascinante, no?
Che ci sta dentro questo nuovo
libro, allora?
Ci sono undici racconti che vengono
da epoche ed elaborazioni differenti. Se al romanzo viene richiesta unità di
stile e di ispirazione, i racconti sono - forse devono essere - isole di
emozioni a sé, compresse di pensiero indipendenti, ma capaci di evocare
riflessioni, ricordi, idee, emozioni forti, che poi sono la sostanza
dell’esistere. E del narrare. E forse esistere e narrare sono la stessa cosa. I
miei personaggi, a volte, sono paradossali, grotteschi, ai limiti del
caricaturale, come nella vita del resto, se la guardiamo da una certa
angolatura; ma credo rimangano perfettamente aderenti a profili umani concreti.
L’approccio è abbastanza divertito e il lettore potrà trovare sempre sotteso
alle situazioni che racconto un umorismo, magari freddo, ma efficace.
C’è qualche racconto autobiografico
in Oppure?
Personaggi e intrecci sono tutti
frutto di fantasia, quello che c’è di reale è sempre il contesto storico; le
coordinate esistenziali dei personaggi e del loro agire sono rigorosamente
realistiche. Direi piuttosto che li potremmo considerare una sorta di
“biografia” collettiva, uno spaccato di un certo Novecento le cui
contraddizioni ci vengono attraverso gli occhi dei protagonisti, che in alcuni
racconti sono dei bambini, in altri sono esemplari adulti della nostra umanità:
noi stessi.
Insomma, il libro ha una
impostazione storica?
In alcuni brani c’è effettivamente
una ricostruzione storica anche filologicamente accurata del contesto, ma nel
complesso del libro prevale il divertimento, l’ironia anche salata verso
l’ottusità, la aridità d’animo di chi detiene il potere, verso le miserie umane
che si fanno regime. In altri emerge il pessimismo verso una realtà dominata
dalle leggi del mercato che tendono a ridurre tutto alla univoca voce ragionieristica
della domanda e dell’offerta, che portano alla fungibilità dell’uomo,
sostituibile a comando come una candela del motore a scoppio. In altri erompe
la favola di stampo classico, con protagonisti animali e la “morale”
esplicitata nel finale; in altri ancora la fantasia corre sul filo del
divertimento e della meditazione.
Non mancano notazioni esistenziali e
c’è finanche un racconto d’amore.
Insomma cosa vuole dirci “Oppure”?
Messaggi in bottiglia? Non è il mio
mestiere né il mio gioco, non sono filosofo, racconto con accenti diversi
quella che Heidegger chiamava la vita banale, o meglio “la vita inautentica”,
l’esistenza nel mondo nel quale siamo stati gettati a vivere (geworfenheit),
fatta di conformismi, chiacchiere, pregiudizi, coazione a fare esattamente
quello che fanno tutti gli altri. Nelle pagine di Oppure l’infanzia
è l’unica fase della vita umana in cui ci si avvicina alla vita autentica,
quella che ci vede e ci rende capaci di opporci davvero al conformismo,
all’abitudine, alla irragionevole omologazione delle menti. Ma non sempre,
purtroppo: il conformismo non ha età e questo magari è un dato antropologico,
prima che comportamentale. E queste differenze sono forse il sale della vita.
E quindi in fondo Oppure è un libro
filosofico.
I filosofi tedeschi sono lontani,
cupi e… invernali; la mia formazione è mediterranea e rimango fondamentalmente
fedele al bambino che fui, curioso e attento alle cose del mondo. In fondo,
cerco di raccontare quello che vedo, quello che mi diverte, quello che mi fa
arrabbiare, a volte per riderne con chi legge, a volte per riflettere, a volte
solo per giocare.
Ultima domanda: tu hai pubblicato
dieci anni fa “Un greto di ciottoli” il primo giallo in assoluto
ambientato a Matera: a quando un’altra indagine del tuo Pasquale Scanzano?
Il giallo di qualità, è un genere
che amo molto perché è un passpartout. Attraverso l’intrigo da dipanare,
il lettore è accompagnato a riflettere su mille aspetti dell’esistenza umana.
Vedremo. L’idea c’è, qualche pagina pure. Chissà.
Corriamo in libreria a prendere la
nostra copia di “Oppure”.
Pubblicazioni di Costantino Dilillo
Romanzo
· UN GRETO DI CIOTTOLI – 2010-
edizioni BMG
Racconti:
· PRESTO – 1990 – Il Salice editore –
“Premio Calabria ’79 Riviera del sole”.
· CITTA’ CALVA – 1997 – edizioni
PALOMAR - Bari
· NUOVE LEGGENDE LUCANE – 1999 –
edizioni BMG - Matera
· 180 – I GARANTI – 2002 – Nobile
editore - Montescaglioso
· PISTACCHI & FROTTOLE – 2005 –
BMG Matera
Racconti in antologia:
· PARTENZE DA FERMO – 2007 – Edizioni
Libreria dell’Arco – Matera A cura e prefazione di Costantino Dilillo, 2
racconti.
· A LAVORO CI DEVO COMUNQUE ANDARE – 2009
– Altrimedia edizioni – prefazione di Gaetano Cappelli
·
CAMERE
CIRCONDARIALI – 2011 - Giannatelli editore.
Poesie:
· TELE DI RAGNO – 1978 - edizioni
Gabrielli - Roma
· ANIME FOSSILI – Antezza Editori MT –
2017
· GREGGI DI GINESTRE – 2019 - Edizioni
Il Faggio – Milano – Menzione speciale della giuria al Premio EquiLibri –
Assoc. Piazza Navona 2019.
Drammaturgia Teatro:
· A-HUM SPECCHIO D’AMORE – 2006 –
rappresentato a Parma e a Matera
· I PREDATORI DELLE TRE PORTE – 2015 –
rappresentato a Milano Expo e a Matera
· PICCIANELLO CROCEVIE – 2016 -
rappresentato a Matera
Reading musicato:
· AMORE FERMATI – e altre storie 2016
- 2017
· FIUME – al Forum “la via d’uscita” – 2016
SAGGIO antropologico a
cura di Costantino Dilillo
· Irsina - Credenze, usanze tradizioni
- 2014 – Giannatelli editore, Matera.
Ø Due racconti tradotti in greco sono
in via di pubblicazione ad Atene.
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