Città calva
di Costantino Dilillo
edizioni Palomar - Bari - 1997
commento di Anna Lapertosa
In queste pagine Dilillo appare come uno scrittore apertamente e
naturalmente sperimentale: non indulge ai miti generazionali, alle soluzioni
romantico-intimistiche che sono state di moda nell'ultimo ventennio del ‘900, al ritorno al privato, alla “testimonianza”. La sua scrittura è
paradossale, acuta, grottesca e a volte caricaturale, la sua narrazione illude
e subito delude il lettore, procede per scorci improvvisi o fra il divertimento
della battuta di spirito, il suo umorismo, sempre presente, spesso freddo è
stravolto.
“S’adornava d'un liso manto di penne biancastre che arruffava sovente
specie per sgrondarle dall'attaccaticcia merda verdognola che a chiazze e
con rara prodigalità essa stessa squaquagliava, con imparzialità, su
ciascuna delle ottanta mattonelle del nostro ballatoio del quinto piano.” (Balcone).
“La solita
odiata-amata-valigia-del-pendolare-che-fa-il-weekend-a-casa: pesante, rigonfia,
asmatica, indigesta: da incubo, di quelli dove le valigie assassine
ghignano sulle braccia mutilate. Quando mi apri pensai di aver sbagliato piano,
ma l'attaccapanni rugginoso e nero che mi salutava dietro di lei mi tolse dal
dubbio. Era brutta.” (Casa dolce casa).
“Sta piovendo e la calvizie diede lampi sotto il neon”. (Banca).
La letteratura non sembra qualcosa di importante o, tantomeno, di sublime
per Dilillo: appare piuttosto un'ossessione e non un valore, un vizio, un
hobby su cui si diverte a scherzare. Si giustifica allora l'uso del basso
e del comico come frutto di una scelta consapevole alimentata da
letture e studi personali, scontato quindi il rifiuto dell'alto e
del tragico. Infatti i personaggi delle sue storie sono tutti degli anti-eroi,
giovani sempre “fuori di chiave” (e il riferimento
pirandelliano non vuole essere casuale, si pensi al tema del vedersi vivere che
emerge da Il giornale), tutti
personaggi “senza qualità”, inghiottiti dal grigiore quotidiano, e tutti
alla ricerca di qualche refrigerio che possa dare sollievo ai sempre caldi
appetiti sessuali.
“La situazione è squisita, le disse, con uno sconosciuto che non
rivedrai, in una fresca oasi nell'arsura di uno strano giorno d'estate”. (Stazione).
Così i due coniugi da tempo annoiati, nell'arsura di un paranoico giorno
d'estate, nei pressi di una stazione desolata, decidono di fingere di non
conoscersi per rappresentare una scena di sesso in cui la protagonista amante
delle forti emozioni, con i polsi bloccati da due manette lucide si cede alle
manie libidinose dell'uomo.
Così pure in Supermarket, dove la donna che “di catrame aveva gli
occhi e d’antracite il viso, sotto i capelli di corta carbonella”,
tra una barzelletta e l'altra (quella del tizio di Miglionico che se lo
portano a Grottole dalla moglie del macellaio che la dava facile) consuma un
atto sessuale con Bobby incontrato un giorno al supermercato.
Così in Casa dolce casa: “Era la prima volta che una donna
entrava del nostro appartamentino di scapoli pendolari e anche se l'ospite
non era certo una bellezza, l'avvenimento mi suscitava formicolii. Doveva
essere la situazione a stimolare la fantasia. una donna in stato di inferiorità
appare preda più facile, obiettivo più raggiungibile. Del resto siamo tutti
degli stupratori potenziali”.
Balcone, invece, è un racconto davvero esilarante
che narra dei diversi tentativi di fare ad arrosto Guendalina, “una grassa,
tonda, inquietante, rapace, torva smerdazzosa gallina.”
Insomma quello che colpisce di queste pagine è che le storie, i temi sociali
pure presenti come il matrimonio, la coppia, la grettezza piccolo borghese sono
affidati non alla forza di un'ideologia politica, come poteva avvenire
qualche anno fa, ma alla parola, al linguaggio, all'aggressività verbale, al
montaggio del racconto, al puro divertimento delle battute di spirito o alla
sorpresa del rovesciamento della situazione a fine racconto.
Consiglio la lettura di questi racconti che potrebbero inserirsi in quel
filone della letteratura contemporanea inaugurata da Umberto Lacatena,
scrittore emergente per molti aspetti simile a Dilillo (per lo stile, il
tipo di umorismo, la scelta di protagonisti nevroticamente monologanti, la
tonalità bassa.
Pronti a leggere i racconti di Dilillo.
Nessun commento:
Posta un commento