No, non voglio scrivere sulla poetica di Bartolomeo Smaldone, né sulle sue iperboliche filastrocche che trova Sotto la panca, né sui suoi versi appassionati, e neanche sul suo impegno civile e non mi sogno neppure di citare i suoi Spiragli di chiarore nell’oscuro tremore del nulla che ci circonda, quella luce sua che come un piccolo faro illumina, racconta e passa oltre, ma ha lasciato il segno sul Vento e sul Rovescio della medaglia; non voglio parlare delle immagini che scorrono fra le sue parole di testa di cuore di fegato, come nella magia di un film, come nella nebbia del mattino presto, quando gocce del giorno che viene riflettono la luce come stelle, né tantomeno voglio dire che Bartolo è un poeta vero – affrancatemi! direbbe Bartolo stesso quando si corica nella sua lampada -, affrancatemi, non è il momento adatto e neppure ne ho voglia – ho solo un attimo per godere l’attimo -, francamente, la mente franca da ambasce e da ricordi che hanno il numero atomico alto come il cadmio, adesso proprio non posso farlo.
Ho da fare, dico sul serio, non per ischerzo, ma
davvero, dico di no e non lo faccio.
No.
Non ne parlo e non ne scrivo.
Se proprio si insiste, qui, di domenica piovosa, be’
allora, magari, se proprio devo, magari nomino quel
delicato-delirante-divertente-dissacrante – tutto per D - libriccino che Bartolo
ha intitolato PER ISCHERZO, edito da Alcesti lo scorso dicembre, per dire che è
tutt’altro che uno scherzo, quel pacchettino di pagine, per dire che là dentro
ci sono una cinquantina di piccole bombe a mano di intelligenza e umorismo -
che poi è la stessa cosa – pronte a brillare
alla base del nostro convenzionale senso comune, delle nostre granitiche certezze; quarantasei
provocazioni per 46mila pensieri che, vedrete, volano fuori dallo scritto e si
spandono nell’aria sopra la poltrona come un buon fumo.
Leggetelo.
Per parte mia, assieme a lui, a pagine 39
prometto anch’io – e giuro - che sarò fedele. Sempre. Solo che … a pensarci:
aver trovato questo PER ISCHERZO è il segno finale della mia infedeltà… alla
cattiva sorte: a volte la tradisco con la buona.
Grazie Bartolo. Sei grande.
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