L’anno
ripiega
al soffio rigido del vento
che lo gonfia e ne allontana la carcassa
M’insultano
gli amori spenti adulti
consumati in strada e dolci io li rammento
le tue carezze di vetro in quelle notti
davano familiare gusto del niente.
L’anno ripiega al soffio di gennaio
e intirizzisce quasi rametti il tempo
dissipato che quel vecchio almanacco
era ancor buono pur senza pagine
tue.
Intanto brucia un lento disco vecchio
fra gente che si sfianca oscure danze.
C’è un cubetto di noia nel mio bicchiere
attonito galleggia a disgregarsi
piano.
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