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giovedì 23 gennaio 2020

a.C .- di Franco Ambrosio - edizioni Il Faggio - Milano


Una discrepanza, una specie di sfasamento”. Questa la laconica dichiarazione offerta al protagonista dall'uomo che custodisce il segreto del viaggiare nei secoli, Lo ha spedito in un luogo e in un momento diversi dal desiderato per “una questione di pochi anni, ma nel suo caso credo ci voglia precisione”, spiega quasi senza contrizione, si ha solo da affinare la tecnica.
Andrea, il protagonista di questo bizzarro viaggio nel tempo intitolato a.C., decide di allontanarsi – temporaneamente - dal caos di un’epoca volgare dove la tempestività di un intervento al menisco è funzione della somma da consegnare al medico guaritore, e di spingersi sulle tracce di miracoli d’autore, alla ricerca di una escatologica dimensione del risanare che al tempo presente è ormai secolarizzata, codificata da protocolli, dazioni e … si ritrova in un’epoca nella quale di guarigioni si fa mercato quotidiano.
Piomba infatti nel deserto di Galilea di duemila anni fa, in una terra e in un’epoca remota abitata da una umanità claudicante, viziosa, bisognevole di grazia e pronta a ogni violenza, dove occorre spesso nascondersi per sfuggire alla furia di gobbi e lebbrosi che invocano, bramano e pretendono il miracolo della guarigione – ovviamente ciascuno la propria - fra ladri, lapidatori in servizio permanente effettivo, giudici per processi sommari, patiboli e lapidazioni pret a porter,  guaritori da fiera e comparaggi per finti risanamenti organizzati per rastrellar denaro fra gli infelici. Sullo sfondo del viaggio, della sua ricerca, del suo infinito domandare: un guaritore, un Colui, quello che a Cana avrebbe fatto vino dall'acqua, ma nessuna sembra saperne nulla, in quelle contrade solcate da moltitudini inferme e da guaritori a tariffa.
La ricerca di Andrea del senso profondo del messaggio cristiano, della strada maestra, della parola cui adeguarsi e obbedire per la sua umana ragionevolezza e divina autorevolezza, si mescola alla domanda di salute-salvezza del corpo di una umanità sofferente e disperata, mentre la follia non ha rimedio se non la derisione e poi la morte; torme di ammalati laceri sembrano simboleggiare la “condizione umana” e la ricerca di Andrea diviene paradigma della strada tutta da scoprire e da fabbricare - in salita - che l’umanità ha ancora dinanzi a sé.

Davvero notevole, va sottolineato, è la capacità dell’autore di utilizzare con maestria una lingua italiana che sembra materializzarsi dalla traduzione del latino cosiddetto “dei vangeli”, quel latino ben lontano dalle complessità ciceroniane o dalla ponderosa sinteticità di Tacito, caratterizzato invece da una sintassi semplice e dalla significativa accentuazione dell’uso di pronomi nella strutturazione della frase, e di avverbi e congiunzioni causali come l’ormai desueto “poiché”, oggi adottato solamente nelle versioni scolastiche dal latino all’italiano. Franco Ambrosio quindi sembra utilizzare – ma di fatto crea - una lingua speciale che si libera dai vincoli statici dei ritratti passatistici di lingue estinte e sa essere invece narratrice di “action”, di sommovimenti interiori, e anche di rocambolesche avventure, che scorrono sotto gli occhi del lettore come in una pellicola d’autore; le pagine sono dense di avvenimenti rispetto ai quali il narratore rimane nell'ombra, offrendo solamente la ricchezza delle immagini e dei personaggi che paiono scolpiti nella mobilissima pasta della vita vera.
Un romanzo da leggere d’un fiato, per poi ricominciare dall’inizio per riviverlo nella sua – pianificata – e corporale interezza.

Il romanzo è illustrato da 18 dipinti dell'artista kazako 
Hamid Savkuev. 
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Il libro si trova qui ----->        http://www.ilfaggio.it/Sabbie_06aC.htm
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Franco Ambrosio è nato nel 1957 a Milano, dove vive.

Ha pubblicato il romanzo Sangue da tango (Firenze
1988) e le raccolte di racconti Moerei il guerriero
(Milano 1996) e Versi dal confino (Milano 2010).
Dopo una lunga esperienza nel campo delle
pubblicazioni artistiche, nel 1999 ha fondato Il Faggio,
editore di cataloghi di mostre, volumi d’arte ed
edizioni speciali, il cui catalogo ha assunto ben presto
un’identità legata anche alla poesia e alla prosa.

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